Buongiorno a tutti car* followers!
Oggi il blog di Scintille d’Anima ospita la tappa del blogtour EVA E L’ASSOLUTO di MICHELA BELLI, al termine delle 6 tappe (il 30 ottobre) verrà estratto il vincitore del volume.
Partecipare è semplice, ecco come si fa:
Scopriremo molto su questo romanzo e affronteremo le tematiche legate all’editoria… un argomento davvero interessante che vi invito a seguire, perché offre spunti di riflessione e conoscenza non solo agli interessati, proprio come Eva, la protagonista del romanzo e cioè aspiranti scrittori, autori e addetti ai lavori, ma anche ai lettori, che sono poi i destinatari del lavoro che c’è dietro la creazione di un libro! 😀
Quindi vi invito a prendere posto nel mio bel salottino letterario e a seguire questa tappa del blogtour! Mettetevi comodi, che andiamo a iniziare! 😀
Vi presento l’autrice che sarà con noi oggi, Michela Belli e il suo divertente romanzo “Eva e l’Assoluto”…
“Eva e l’Assoluto”
Eva è una ragazza dolce e scorbutica, fragile e determinata, piena di casini e contraddizioni fino all’inverosimile. La sua sconclusionata vita ruota intorno ad una serie di certezze assolute: un grande amore impossibile, la sfida di una amicizia viscerale con un uomo, che prova come sia possibile essere amici nonostante il sesso, una sorella sempre più perfetta di lei, un padre totalmente insoddisfatto di sua figlia, un lavoro che sembra scelto per accrescere la sua depressione, una passione sfrenata ma non corrisposta per la letteratura, la grande ambizione o, piuttosto, il desiderio legittimo di realizzare se stessa e i suoi sogni.
Insomma il mondo regolarmente incasinato di una ragazza di oggi…. Tranne scoprire che niente è come sembra: la vita non è fatta di bianchi o neri, né di situazioni o sentimenti immutabili. Al contrario, tutto è un continuo divenire e lei dovrà confrontarsi con delusioni e sorprese, con prove di forza e prese di coscienza delle proprie debolezze mentre procede nella ricerca della sua strada.
L’unica, assoluta certezza è che non ci sono certezze!
Eva, perciò, non può sapere cosa le riserva il futuro per lei, può solo andargli incontro con la consapevolezza di aver seguito il suo cuore…
Fin qui ci sono tutti gli elementi per rendere questo romanzo davvero intrigante e avvincente!
Ma scopriamo ora qualcosa sull’Autrice, Michela Belli.
Michela è nata a Napoli il 21 giugno 1982. É laureata in lingue e letterature dell’Europa e delle Americhe presso l’Istituto Orientale di Napoli. L’accompagnano da sempre una passione sfrenata per Virginia Woolf e Vasco Rossi. Attualmente vive a Follonica, nella bella Maremma Toscana, dove gestisce un hotel con la sua famiglia. Vive un felice matrimonio ed è la mamma orgogliosa e perdutamente innamorata di sua figlia Virginia.
Apro questa tappa del blogtour salutando l’autrice che è qui con noi. Benvenuta, Michela, su Scintille d’Anima, accomodati e mettiti comoda: il Salotto è aperto per l’occasione e stiamo aspettando che molti lettori e followers passino di qui, anche solo per un saluto o un commento. In fondo alla sala, com’è ormai abitudine durante gli appuntamenti del mio Salotto letterario, ci sono virtual-cocktail e virtual-snack 🙂 ovviamente invito tutti i partecipanti a favorirne… tanto non ingrassano! 😀
Partiamo con questa tappa del blogtour, il cui tema è L‘EDITORIA…
♦ L’EDITORIA IN ITALIA (dati AIE 2013)
L’editoria sta vivendo una grande crisi, soprattutto quella italiana: tantissimi i libri pubblicati durante l’anno e pochi lettori; tantissimi scrittori e un oceano di proposte editoriali.
I dati dell’Associazione Italiana Editori (AIE) nel Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia del 2013 mostrano dei dati sconfortanti.
Nel 2013 si è ristretto il bacino dei lettori (-4,7%) e quello delle copie vendute (-2,3%). Su 4.534 editori solo 1.187 case editrici hanno pubblicato più di 10 titoli nel loro catalogo. Questo dimostra ampiamente la crisi del settore che stenta a crescere e diminuisce fatturato tanto che, colpiti dalla dura recessione economica, molte case editrici hanno chiuso e anche n el 2015 continuano a chiudere.
I volumi pubblicati hanno subito complessivamente una riduzione del -4,1%, con una riduzione delle copie vendute del -2,%. A dimostrazione del grave momento di empasse dell’editoria italiana c’è anche un calo delle traduzioni che, come riporta l’Aie è “solo il 17,9% dei titoli pubblicati nel 2013 sono tradotti da una lingua straniera.”
Su 64.000 titoli “diminuiscono quelli di carta” mentre invece “crescono quelli digitali”. Questo dimostra una cosa: che se il mercato editoriale tradizionale stenta a sostentarsi, quello digitale cresce esponenzialmente (30.382 i titoli pubblicati nel 2013, tanto da far attestare l’insieme del digitale all’8% del mercato) con “tanti ebook scaricati e letti, che però” – visti i costi di vendita – “producono ancora fatturati modesti: non si arriva a 40 milioni di euro”. Pertanto il segno positivo sul digitale (+43%) benché sia un ottimo dato ha di contro bassi guadagni.
L’Aie spiega che c’è stato un grande cambiamento, di certo indotto e prodotto dalla crisi, rispetto all’editoria tradizionale: cresce infatti il volume dell’editoria digitale e “lo scenario entro il quale il libro si muove e vive.” Infatti, con l’avvento della stampa digitale, sono cambiati i volumi dei “processi produttivi (il 14% delle copie è stampato in digitale, la logistica e la distribuzione (si attesta al 12% il volume degli store on line”, cioè quelle della vendita in rete). Ma soprattutto, scrive l’Aie, “hanno cambiato il prodotto”.
Ma c’è di più (in peggio, purtroppo). Diminuiscono i lettori!
L’offerta editoriale infatti si pone su un mercato che subisce una grave flessione: -4,7% con un bacino di lettori del 6,1%. L’Aie sciorina dati desolanti sui lettori: “sono 1,6milioni in meno gli italiani che leggono almeno un libro all’anno.” La lettura cala in tutte le dimensioni socio-demografiche che la rappresentano: tra i giovani 6-14enn; tra le donne, tra i forti lettori [cioè quelli che leggono più di 12 libri all’anno, n.d.r.], nelle regioni del Sud e delle Isole. Non vi ripo0rto i dati per pietà, ma fidatevi: sono sconfortanti!
Il 2014 e il 2015 purtroppo non si sono conclusi con miglioramenti anzi, come anticipavo prima, molte case editrici medio-piccole hanno chiuso i battenti perché impossibilitate ad andare avanti.
Un mercato in forte crisi, dunque…
Analizzando la questione dal punto di vista di un ASPIRANTE SCRITTORE il panorama che si profila è desolante. Vediamolo brevemente.
L’autore sconosciuto che vorrebbe diventare esordiente si trova a fare una scelta tra:
- le big, le case editrici inarrivabili e potentissime, sono un pianeta a parte, lontano e irraggiungibile: i volumi delle loro ultime uscite sono in bella mostra in tutte le catene della grande distribuzione con totem che sovrastano il lettore. E, siccome le big fanno del marketing la loro forza, spesso in copertina le foto sono quelle di personaggi famosi, che troppo spesso diventano pseudoscrittori perché capaci di attirare il lettore casuale.
- gli editori medi fanno una selezione durissima che esclude, quasi sempre, un giovane esordiente sconosciuto, perché: a che pro puntare su uno sconosciuto e rischiare di trovarsi con dei titoli invenduti?
- le piccole CE, che sono le più interessate a scoprire nuove penne talentuose su cui puntare, arrancano per sopravvivere e non riescono a promuovere come dovrebbero i propri autori e che hanno altre carenze strutturali dovute proprio alla loro condizione;
- l’editoria a pagamento (Eap) e a doppio binario, che spenna gli scrittori più sprovveduti o quelli dall’ego più impegnativo, che preferiscono pagare per dare alle stampe il proprio libro;
- la nuova frontiera del selfpublishing, dove l’autore fa tutto da sé, se è capace (dalla revisione testi all’impaginazione, dalla realizzazione dell’ebook alla copertina dalla promozione alle vendite) e in cui si trovano autori esperti e agguerriti che hanno scelto questo modo per proseguire la propria carriera letteraria, evitando contratti con case editrici e puntando a essere editori di sé stessi; ma dove sguazzano anche personaggi che con un click immettono sul mercato editoriale dei testi imbarazzanti con una facilità che non era concepibile almeno fino a qualche anno fa e che intasano il mercato editoriale con robaccia illeggibile.
Ne sa qualcosa Eva, la protagonista di questo romanzo, che in una casa editrice ci lavora e che sembrerebbe essere una ce a doppio binario (anzi, quasi sicuramente è una eap). Infatti Eva ci racconta delle strategie adottate dalla sua CE, in modo ironico e dissacrante per convincere gli aspiranti scrittori a diventare loro finanziatori…
[estratto dal capitolo I]
“Il resto della mattinata, vola via veloce. La casella di posta della Gull è come sempre intasatissima, dalla miriade di giovani esordienti, che aspirano a pubblicare un libro e che ingenuamente inviano le prime 20 pagine dei loro manoscritti a noi, che, presi come siamo dal talento dell’anno, avremo veramente troppo poco tempo da dedicare loro:
Oggetto: selezione opere letterarie
Gentile sig./sig.ra Tizio e Caio
Le scriviamo dopo aver letto con interesse la Sua opera, che ha inviato in esame alla nostra casa editrice e che ci ha ben impressionato. Come Lei ben saprà, proporre opere prime è una vera e propria scommessa letteraria, fortunatamente, qui alla Gull Press noi siamo dalla parte del talento!
E’ per questo che abbiamo messo a punto una nuova politica editoriale centrata interamente sulla promozione delle opere pubblicizzate attraverso vari canali:
Interviste in televisione -alle 4.00 di notte quando i veri intellettuali accendono il tubo catodico-
Radio -vedi sopra-
Carta stampata -in sostanza compriamo un trafiletto al mese accanto ai necrologi della Repubblica-
Internet -ti creiamo un apposito sito internet che però non conoscerà mai alcuna indicizzazione-
Qualora dovessimo raggiungere un accordo editoriale, saremo lieti di promuovere la Sua opera a molte fiere editoriali anche all’estero -dove il tuo manoscritto non sarà capito da nessuno, visto che l’italiano non si studia e non si parla fuori dal nostro paese- e sarà presente in oltre 600 librerie italiane -previa prenotazione di oltre 2 mesi!!-
Per onestà intellettuale però, siamo costretti, nostro malgrado ci creda, a precisare che i nostri accordi di pubblicazione prevedono che l’autore acquisti un certo numero -veramente esiguo 185 su 360- di copie al prezzo di copertina di € 15.00 circa. – suvvia! 185 su 360 a 15.00 € sono solo € 2775 del suo certamente miserissimo stipendio per veder diventare irrealtà il suo stupidissimo sogno!-
Questo sistema, ci consente di sognare con Lei, ma allo stesso tempo, di contenere i rischi economici che derivano dalla decisione di pubblicare su autori meno noti. -noi non crediamo che la sua opera valga alcun minimo rischio editoriale e per questo siamo “costretti” ad estorcerle € 2775 per appagare la sua incontenibile vanità!-
Nella speranza di averla tra la rosa dei nostri autori, Le porgiamo -ti aspettiamo alla fiera delle vanità!-
Distinti saluti,
Gruppo editoriale Gull Press -cosa nostra group-
Ma dico, è mai possibile che nessuno degli autori che continua a inviarci materiale abbia mai letto Umberto Eco? Scusi Lei sig. Tizio e Caio, è davvero così ingenuo o peggio ancora, così vanesio da accettare di vivere come un triste Autore a Proprie Spese?
Aarrghh! Ma che me la prendo a fare? Questi non sono più affari miei, non sono più sogni da condividere. Da oggi io non scrivo più, da oggi sono una semplice segretaria di una infima casa editrice indipendente che gode nel prendere per i fondelli gli altri! Sono Eva Rubino: mercenaria dell’editoria.
*********
Purtroppo la realtà non è ben diversa da quella qui descritta. Ci sarebbe poco da ridere se l’ironia di Michela Belli non rendesse tutto così esilarante…
E qui scatta la prima domanda all’Autrice…
Loriana – Dopo una descrizione così al vetriolo abbiamo già capito la tua posizione sull’Editoria a pagamento (EAP). Per descrivere questa realtà ti sei basata su esperienze personali o su quanto viene scritto e detto nei forum di scrittori o nella stampa specializzata?
Michela – Ciao Loriana. No, è tutto vero, sono proposte che mi sono arrivate e che ho, ovviamente, declinato. Insomma, io Eco l’ho letto eccome. 😉
Loriana – Qual è il valore che dai al catalogo di questi editori?
Michela – Non sta a me dare giudizi di nessun tipo, ma onestamente, non riesco ad avere una buona opinione di un mercenario che non crede nel talento di uno scrittore, ma che piuttosto che ammetterlo e cercare altrove, decide di sfruttare la buona fede di alcuni e pungolare la vanità di altri.
Loriana – Non pensi che questo tipo di editoria a pagamento, che si basa più sul proprio business piuttosto che di investire e pubblicare un reale talento, stia creando dei danni all’editoria in generale? E cosa pensi degli scrittori che, pur di veder pubblicato il proprio libro, accettano di pagare per mandarlo alle stampe?
Michela – Penso che ognuno è libero di agire come meglio crede. Personalmente, non nutro l’impellente bisogno di vedere il mio nome su una copertina che poi resterà sconosciuta. Non mi fraintendere, io non appartengo alla cerchia di autori che affermano di scrivere solo per se stessi. Scrivo perché voglio pubblicare e voglio essere letta, per questo ho scelto il self publishing.
Loriana – Non credi che tutto questo sia controproducente per il valore delle opere immesse sul mercato?
Michela – A proposito di libri, una volta, Oscar Wilde, parlando della moralità disse:” Non esistono libri morali e libri immorali, esistono solo libri ben scritti e libri mal scritti”. Oggi ci sta bene, non credi? Non esistono libri belli o brutti, esitono solo libri di qualità o di scarsa qualità. A prescindere dal metodo di pubblicazione.
♦ IL RIFIUTO
Ma l’aspirante scrittore oltre a muoversi in questa palude insidiosa tra editoria (fee, a pagamento, a doppio binario, self) deve prima fare i conti con un altro spettro che infesta i sogni di ogni scrittore, strisciando infido nel suo subconscio tanto da bloccare ogni iniziativa coraggiosa: LA PAURA DEL RIFIUTO!
Il rifiuto però fa parte di questo mondo, tanto quanto è componente assodata nel resto della nostra vita. Ma il rifiuto sul proprio lavoro artistico, nel quale si nutrono tutte le nostre aspettative, quello è davvero difficile da accettare. Occorre però convivere con questa paura e riuscire a risollevarsi dopo averlo ricevuto. Il rifiuto permette di metterci in discussione come scrittori, per ritornare sulla nostra opera e rivederla per migliorarla. Occorre comprendere però i motivi che portano al rifiuto da parte di una Casa editrice.
- Il nostro lavoro è illeggibile = lascia ogni speranza o aspirante scrittore! Le velleità artistiche non sono il tuo campo. Non troverai nessun editore serio che vorrà pubblicarti mentre avrai una schiera di editori a pagamento che loderanno la tua opera e spingeranno affinché tu investa il TUO denaro per stamparla!
- Il tuo lavoro è buono ma incompleto e va rivisto = ok, sei sulla buona strada ma hai ancora molto da fare per arrivare alla méta. Rimettiti al lavoro e analizza criticamente il tuo manoscritto per apportare le modifiche migliorative. Può esserti utile il confronto con altri autori o, se decidi di investire sul tuo talento, puoi affidarti al supporto di un editor. Ma attenzione: anche qui va fatta una scelta oculata: in tanti sguazzano in questo pantano e in molti non hanno le capacità professionali e artistiche per aiutarti davvero. Un editor è colui che, se serve, demolirà e ristrutturerà il tuo lavoro per renderlo migliore, ma è necessario affidarsi a lui in completa fiducia. Altrimenti si rischia l’omicidio entro la seconda settimana e la terza revisione…
- Il tuo lavoro è buono ma non rientra nelle linee editoriali della CE contattata. Ecco un errore comune da evitare: mandare il tuo manoscritto a tutti gli editori italiani, senza previa selezione. Quella casa editrice che tanto ti piace pubblica solo harmony e tu hai scritto un thriller? Perché ti ostini a inviargli la sinossi dell’opera, quando questo non farà altro che farli imbestialire, perché dovranno leggere la tua email e perdere tempo a scaricare la sinossi per scoprire che non rientra nei testi che a loro interessano? L’unico risultato certo è di veder irrimediabilmente cestinato il tuo lavoro e dover poi raccogliere i cocci del tuo ego depresso? Perdi quindi un po’ di tempo per fare una selezione delle case editrici che trattano il genere letterario che hai scritto e che potenzialmente possono essere interessate a pubblicarti. Se lo hai già fatto e la risposta è stata questa allora, forse, è stato un modo carino per dirti che non è tra i testi pubblicabili. Se così fosse allora per te è necessario tornare al punto 1 o 2…
Nel romanzo anche Eva, che aspira a far diventare della scrittura la propria professione, deve fare i conti con il rifiuto. Ecco il dialogo surreale e sempre condito con l’humor che contraddistingue l’autrice Michela Belli, tra lei e il suo collega editor…
[estratto dal capitolo III]
(…) ‘‘Ho letto il tuo ultimo racconto, quello che mi hai lasciato sulla scrivania il mese scorso.’
‘‘Davvero, Bruno?’’
‘‘Mhhh’’ si schiarisce la gola … oh, oh sento arrivare un treno dritto in faccia dal binario Eva la scrittrice più fallita dell’universo
‘‘E’ buono, anzi buonissimo, mi è sembrato di trovarmi davanti alla Virginia Woolf del nuovo millennio, ma sai cosa? – merda eccolo che arriva…- Al giorno d’oggi la gente legge poco e male. Con la frenesia dilagante che ci sommerge, se trovi il tempo di comprare un libro, vuoi qualcosa di leggero, vuoi qualcosa che ti faccia sorridere senza pensare, senza dover seguire la storia da un punto di vista critico, sì insomma hai capito, no? Se leggi qualcosa oggi o è perché vuoi ridere o è perché vuoi dare sfogo ad uno strano e trucido senso di curiosità e di macabro. Non te la prendere Eva siamo nell’epoca di CSI, è così che gira il mondo oggi’’.
Mi sorride con discrezione e mi passa un bigliettino da visita: “Perché non spedisci qualcuno dei tuoi racconti a questa casa editrice? Conosci il nostro catalogo, qui alla Gull non pubblichiamo cose così impegnate…” Come al solito io annuisco in una smorfia a metà tra il compito ed il distrutto, ma inevitabilmente dentro me qualcosa s’incrina ancora una volta, balle io non cerco questo, io cerco profondità abissali, io cerco concretezza di sentimenti me ne frego dell’anatomia di un omicidio, non è possibile che solo io la veda in questo modo. Io voglio quella nicchia del cavolo. Così un’idea inizia a farsi largo nella mia mente e senza che io possa controllare la lingua le parole mi escono fuori così, d’improvviso: ‘‘Proprio questo intendo sottolineare Bruno, la controtendenza di chi come me, anzi come noi (avrà notato la punta di adulazione?) pretende qualcosa di più da un buon romanzo.’’
Lui mi guarda interdetto, cosa significa, sta per silurarmi? ‘‘Ho paura che sia un progetto un po’ azzardato, Eva’’ la delusione si palesa sul mio volto.
*********
Loriana – Michela, che consigli ti senti di dare alla luce della tua esperienza per gestire il rifiuto in modo positivo?
Michela – Loriana, io dico che il rifiuto ci fa bene. Ci ferma, ci regala la bussola necessaria a seguire un’altra rotta. Il rifiuto ci mette in discussione e chi scrive, deve sempre, essere in discussione. Certo, non è piacevole. La prima volta che diedi Eva in lettura, mi arrivò una scheda tecnica disastrosa. In principio, mi sentii male, poi invece vidi che dietro tutte le macerie, c’erano i cambiamenti di cui questo romanzo aveva bisogno e ora, Eva è tanto più valido.
Loriana – Cosa può fare un aspirante scrittore per comprendere se il suo lavoro funziona oppure no?
Michela – In primo luogo crederci. Per molto tempo io non ho creduto nella mia scrittura. Credo che la risposta più ovvia sia, auto pubblicare e vedere cosa ne vien fuori, ma non penso sia la mia risposta, perché, l’ho fatto e più passa tempo, più mi convinco che l’auto pubblicazione sia per scrittori già navigati, non per gli esordienti. Non è tanto il processo di auto pubbicazione che di per sé è molto semplice, quanto il post pubblicazione. Tutta la cosa della promozione. Se non sei un blogger esperto, o se almeno non sei uno che se ne frega della netiquette, è praticamente impossibile che tu riesca a far circolare il romanzo perché di fondo, non riesci a creare un passaparola forte. Ecco, io credo che un aspirante scrittore, debba cercarsi un’agenzia adatta a lui e affidarsi al lavoro di professionisti seri che sono nel campo da molto più tempo di loro. Un agente bravo è un ottimo primo indice di gradimento. Se a lui/lei non piace e ti consiglia di cambiare qualcosa (non di snaturare la storia, attenzione) allora, credo che valga la pena seguire i suoi consigli. Potrei consigliare un così detto beta reader, ma ad oggi, nella mia modesta opinione, vale lo stesso criterio del self publishing, così come si auto pubblica molto materiale di scarsa qualità, analogamente ci sono molti beta reader che si fermano a dare il loro spassionato giudizio che, per carità, va sempre bene, ma rischia di creare più che altro confusione nella mente dell’autore.
Loriana – Pensi che affidarsi a un editor sia una scelta da ponderare? E se sì, quali sono gli elementi da tenere in considerazione prima di decidere?
Michela – Oddio, assolutamente sì. Puoi leggere e rileggere il tuo romanzo decine di migliaia di volte, ma stai certa, che alcuni particolari, dal semplice refuso a qualche ripetizioni di parola di troppo, piuttosto che a un errore di ortografia dovuto che ne so, ad abitudini dialettali per esempio, ti scapperà. Lo stesso vale per il beta reader e per eventuali amici e familiari che si offriranno volontari come lettori di prova. Quindi sì, la figura dell’editor è fondamentale.
Loriana – Come può un giovane scrittore riuscire a valutare se il suo manoscritto è valido oppure no? Tu come hai fatto?
Michela – Ma io mica lo so ancora se il mio manoscritto è valido? Anzi ti dirò di più, in misura sicuramente diversa, anche gli scrittori affermati non sanno se i loro manoscritti sono validi, fino a quando non incontrano il pubblico. Sono i lettori a valutare la validità di un romanzo. O almeno, se non passi per un’agenzia letteraria e una casa editrice, è solo il pubblico a valutarlo. Quando invece il tuo percorso parte da un’agenzia allora, sono prima gli addetti ai lavori a dare un primo riscontro. Il rischio è strettamente connaturato al ciclo vitale di un libro. Se non provi, non lo sai. Fine della storia.
♦ LA SCRITTURA E IL PROCESSO CREATIVO
Aspirante scrittore… ci sei ancora o sei fuggito a gambe levate? Se sei ancora qui a leggere significa che non ti sei scoraggiato e vuol dire che sei determinato a proseguire verso questa strada per realizzare il tuo sogno (e meno male! Benvenuto! 🙂 )
Grazie a questa chiacchierata fra noi adesso avrai chiari i meccanismi del mondo di cui vuoi far parte. Pertanto adesso analizziamo il processo creativo della scrittura: come si svolge, quali sono i metodi differenti che ogni scrittore adotta…
Ma prima vediamo quello di Eva che, nonostante la collezione di delusioni avute, riesce a ritrovare quella spinta emozionale e artistica per scrivere…
[estratto dal capitolo XIV]
(…) Avevo quasi dimenticato la sensazione di assoluta armonia col mondo che si prova quando una storia inizia a sgorgare dalle tue unghie che picchiettano veloci sulla tastiera di un computer. Certo leggere di me, di Gabriele e di Christian mi fa ancora uno strano effetto, più che altro perché rende reali le mie sensazioni. La chiarezza che speravo di trovare è ancora lontana, ma puntare su me stessa è in assoluto, l’idea migliore che io abbia mai avuto come scrittrice. In fondo, è il solito vecchio triangolo. Certo, se un mio lettore potesse indicarmi la via, sarebbe l’ideale. Poter agire seguendo le certezze di qualcun altro, mi metterebbe definitivamente al riparo da me stessa e dalle mie vecchie insicurezze. Potessi riuscire a mantenere uno sguardo da narratore onnisciente, vivrei con più leggerezza i miei piccoli drammi interiori. Cioè, non fraintendetemi, io so benissimo quale sia la scelta migliore; ma so altrettanto bene che non è questo il modo migliore per operarla, mi spiego: sono assolutamente certa del fatto che Gabriele sia l’uomo migliore che io abbia mai incontrato, questo almeno sulla base di quello che io veramente so, anche se devo dire che Chris ha più o meno dimostrato di essere cambiato, allontanandosi definitivamente da quel burbero classista di suo padre, cercando di affermare se stesso al di là del suo altisonante cognome, facendomi ottenere una promozione che altrimenti chissà quando (e se) sarebbe mai arrivata, chiedendo il mio aiuto ed il mio giudizio per il suo primo romanzo e soprattutto dimostrando questa sua nuovissima ed eccitante capacità di restare. Tuttavia, nonostante la mia totale consapevolezza, credo che non è così che Gabriele dovrebbe essere scelto, non seguendo una stupidissima teoria di pro e contro, non così, per metà. Io voglio scegliere Gaby, ma voglio anche essere assolutamente e definitivamente certa che questa sia la mia ultima scelta. Non avevo mai scritto così velocemente in vita mia, ma non capivo in che punto della storia mi trovassi. Non avevo personaggi a cui affidarmi, non avevo bussole da seguire, c’eravamo solo io, Gaby e Chris nel bel mezzo delle nostre vite. Il finale, doveva ancora arrivare. Quella sera, seduta sul divano persa nel mare dei miei pensieri real-letterari, sentii un brivido annunciare la tempesta, ma senza bussola non avrei potuto orientare la mia storia né tanto meno me.
*********
Loriana – Michela, come avviene per te il processo creativo?
Michela – Dipende. Devi sapere che trascorro la giornata con la testa tra le nuvole, ma davvero. Io, semplicemente, sento le parole palpitare dentro me. A volte il principio è una parola, altre volte, un’idea, altre ancora, come per Eva, un’immagine. Per giorni, a volte mesi, lascio ribollire tutto sottopelle, poi, quando sento che ciò che era latente in me, chiede di uscire, mi siedo e scrivo. O meglio, mi siedo e sanguino davanti al foglio bianco per citare Hemingway.
Loriana – Raccontaci come procedi alla stesura di un testo.
Michela – Come ti accennavo, attraverso una fase di brainstorming e poi inizio a scrivere, mentre scrivo, rileggo e cambio idea a seconda delle direzioni che il testo sembra prendere.
Loriana – Quante volte lo rivedi?
Michela – Eva ad esempio, l’ho rivisto 3 volte
Loriana – Quale elemento ti porta a comprendere che il testo “funziona”?
Michela – A dire la verità quella vera, per me ci sono sempre e solo, parti del testo che funzionano e capisco che funzionano perché non le cambierei.
Loriana – Che suggerimento puoi dare a un aspirante scrittore per essere in grado di autovalutare i suoi scritti?
Michela – Non credo di essere all’altezza di dare suggerimenti e se proprio devo dirla tutta, credo che oggi, internet dia voce a troppi che dispensano suggerimenti narcisisti, poco utili e, spesso, nemmeno richiesti. Quello che mi sento di dire è lasciate riposare il romanzo il più a lungo possibile. Depuratevi, lasciatelo uscire dalla vostra mente e dalla memoria delle vostre dita. Se quando lo rileggerete, non avrete voglia di cambiarlo, allora è fatta, se, al contrario, lo cambierete, allora non scoraggiatevi e non accontentatevi.
Loriana – Abbiamo potuto leggere le difficoltà della protagonista, Eva, nel muoversi nel mondo dell’editoria. La tua esperienza come autrice è stata diversa o molte delle cose ti accomunano alle peripezie di Eva?
Michela – In realtà, la mia esperienza non è stata così travagliata. Quando ho deciso di pubblicare la prima volta, mandai il manoscritto alle case editrici che trovai disponibili. Premetto che non sono una grande ricercatrice. Così accadde, che tutte quelle che risposero, erano disponibili a pubblicare il mio romanzo, senza alcuna correzione. Il problema, era che a me il romanzo non convinceva a questo poi, aggiungi che tutte richiedevano il contributo spese e capirai subito perché, decisi di declinare le varie “gentilissime” offerte. Invece, dietro pagamento di 500 €, mandai in lettura il manoscritto ad un’agenzia di Milano, molto quotata. Quando mi arrivò la scheda tecnica, prima mi sono depressa da morire, poi l’ho compresa. Così ho riscritto daccapo il romanzo. A quel punto, mi è venuto naturale, scegliere il selfpublishing. Non sono pentita della scelta, se la paragono alla possibilità dell’EAP, tuttavia, sono convinta, che la presenza di una casa editrice, seria e possibilmente di media importanza, sia un elemento imprescindibile, se si desidera un ciclo vitale medio lungo per la propria opera.
Loriana – Quali sono i punti di forza e quelli di debolezza del self? E quali sono invece i punti di forza e quelli di debolezza dell’editoria tradizionale?
Michela – In USA in verità, il mercato indie, è molto competitivo. Ma la questione è che qui siamo in Italia. Gli italiani, non leggono. Gli americani, sì. Credo che la grande differenza sia questa. In un ambiente di lettori accaniti, in un mercato ormai quasi totalmente fatto di e-commerce, quale quello statunitense, allora, diamine se vale la pena, essere indipendenti. Al contrario, in un paese come il nostro, dove il lettore medio, legge poco e comunque, sempre dietro i consigli della cartellonistica delle grandi case editrici, be’, non credo che il self si esprima in tutto il suo valore. In Italia, il self, viene inteso come trampolino di lancio e va bene, ma quando non si riesce ad uscire dal mercato del self, allora forse, è il momento di porsi delle domande come autori. Personalmente, sono alla mia prima esperienza, significa che un’altra prova me la devo. Ovviamente questo è un mio personalissimo punto di vista.
Loriana – Come pensi si orienterà il mondo della carta stampata e dei libri per il prossimo futuro?
Michela – Sono ottimista. Grazie sempre agli americani e ad autori come il grandioso John Green, sembra che i nuovi giovani, siano più proiettati alla lettura e si sa, che chi ama la lettura da piccolo, poi, non l’abbandona. Ebook, cartacei, che importa? L’importante è solo leggere. Io leggo su kindle e lo adoro, ma questo non mi impedisce di comprare tutti i cartacei che ho. Di alcuni libri, che amo particolarmente, ho due o tre edizioni diverse.
Loriana – Ancora due ultimissime domande e poi una richiesta… Hai nuovi progetti per il futuro? Ce ne vuoi parlare?
Michela – Ah che bella domanda! In questo momento sono impegnata nella stesura del mio secondo romanzo, il cui attuale titolo è “Ne vale la pena”. Anche questo sarà un chick lit.
Con più regolarità possibile poi, cerco di aggiornare il mio blog, Stanza Antipanico, ma credimi ho una vita abbastanza incasinata e avrei bisogno di acquistare anche il tempo altrui.
Loriana – Dove ti trovano i lettori? Puoi darci qualche link?
Michela – Certo, sono su facebook con il mio profilo personale → https://www.facebook.com/michela.belli.98
la pagina ufficiale del blog stanza antipanico → https://www.facebook.com/michelabelli.blogspot.it?fref=ts
e quella di Eva → https://www.facebook.com/www.michelabelli.blogspot.it?
Loriana – Ultima cosa: hai un messaggio da dire a chi, come me e te, vuole arrivare a pubblicare il proprio romanzo?
Michela – L’unica cosa che mi sento di dire è, non accontentarti mai di quello che hai scritto, perché la frase migliore deve ancora venire!
Loriana – Grazie Michela, per la disponibilità e le risposte precise e dettagliate! 😀 Mi ha fatto piacere ospitarti qui in questo piccolo spazio del Salotto letterario e averti presentato ai miei followers, che – spero – siano curiosi ora di leggere il tuo romanzo! 😀
*********
Bene amiche e amici lettori, il blogtour termina qui. Se volete lasciare un commento o una domanda all’Autrice potete farlo usando il tasto “rispondi” sotto questo post. Michela vi risponderà quanto prima, nei prossimi giorni.
Vi ricordo le tappe precedenti (e vi riporto anche i link qualora vogliate andare a dare una sbirciatina…) e quelle future (così da poterle seguire).
Incrocio con voi le dita per l’estrazione finale di una copia del romanzo “Eva e l’Assoluto” della nostra Michela Belli! [in bocca al lupo a tutti!]
Vi invito a continuare a seguire questa brava autrice attraverso il suo blog.
Vi ringrazio di ❤ per essere stati con noi e vi abbraccio forte invitandovi su queste pagine a presto! :-*
∼ Loriana ∼
