[ospiti] | Elisabetta Vittone: dare futuro, scegliere il sociale

Benvenut* car* followers a questo nuovo appuntamento con il Salotto di Scintille, che oggi ospita una donna eccezionale che conosco personalmente da tempo e che ho finalmente il piacere di avere nel mio blog: ELISABETTA VITTONE. Lei, donna eclettica, piena di energia e idee, ci parlerà delle sue mille iniziative, delle sue attività per il sociale.

Fermatevi nel salotto e scopritela in questa intervista breve…


Scintille – Ciao, Elisabetta, benvenuta su Scintille! Presentati: chi sei, cosa fai, come ti definisci, che tipo di persona sei e come ti approcci alla società e ai suoi complessi problemi quotidiani?

Elisabetta Vittone – Ciao Loriana, grazie. Un saluto a tutte le lettrici ed ai lettori di Scintille.

Sono Elisabetta Vittone, sto per compiere 55 anni e sono un’insegnante della formazione professionale, insegno nel carcere di Torino da vent’anni e sono cofondatrice di un comitato e di un’associazione di promozione socialeSono una persona empatica e molto positiva, cittadina di un mondo senza confini; mi entusiasmo per le piccole cose belle della vita, soffro per le sue brutture e mi impegno a modificarle trovando progetti alla mia portata da sostenere insieme alle socie ed ai soci, alle ed ai simpatizzanti delle mie associazioni.

Scintille – Tu incarni perfettamente i due modi di dire, quali: L’unione fa la forza e in più è meglio. Di quale associazioni sei promotrice e perché?

Elisabetta Vittone – Come dicevo, sono cofondatrice del Comitato Mahmud e cofondatrice e presidente dell’Associazione Domino, affiliata all’Arci.

Il primo è nato dopo mesi di impegno per salvare un bambino siriano molto malato che viveva in un campo profughi che si chiama appunto Mahmud; mentre la seconda è scaturita dal desiderio di essere di sostegno ai profughi che abitano nella mia città, Torino

Scintille – Quali progetti/finalità persegue l’associazione? Chi sono i fruitori?

Elisabetta Vittone – Il comitato Mahmud si occupa soprattutto di aiutare bambine e bambini in difficoltà; Domino invece promuove l’insegnamento dell’italiano in un ambiente amichevole, familiare.

Scintille – Cosa ha realizzato, sul campo in questi anni?

Elisabetta Vittone  – Il Comitato è stato d’aiuto nei campi profughi in Siria, Turchia e in Europa, in Nepal e a Capricchia frazione di Amatrice.  Domino ha accolto una ventina di ragazzi africani e una decina di coppie siriane a cui insegnare l’italiano.

Scintille – Cosa altro realizzerà? Anticipazioni di nuovi progetti?

Elisabetta Vittone – Attualmente stiamo sostenendo un importante progetto in Sud Sudan per la cura della Tbc dei bambini e delle bambine col Comitato.

Per quanto riguarda Domino, accanto all’insegnamento dell’italiano, stiamo promuovendo la diffusione di un pamphlet scritto da un mio allievo della Sierra Leone. Abbiamo trascritto questo manoscritto originale in inglese rivolto a chi ‘sbarca’ in Italia proveniente da terre che vivono situazioni drammatiche su file e l’abbiamo tradotto in italiano, creando due pdf ed una piccola pubblicazione.

Grazie alla sollecitazione e collaborazione di alcune fantastiche scrittrici del blog ‘Gli scrittori della porta accanto’ ne pubblicheremo i contenuti ‘come si deve’ aggiungendo la traduzione in francese e, speriamo, in arabo.

Scintille – In che modo possiamo sostenervi?

Elisabetta Vittone – Per quanto riguarda i progetti del Comitato ogni contributo in denaro ci permette di salvare i bambini e le bambine di cui ci stiamo occupando.

Per quanto concerne invece Domino la possibilità è doppia: diventare volontari/e per l’insegnamento dell’italiano alle nostre ragazze e ragazzi, oppure sostenere con un contributo in denaro le nostre attività.

Mi permetto quindi di indicare di seguito i codici Iban di riferimento:

Comitato Mahmud;  IT72M0501801000000000176799 – Banca Etica Torino

Domino –  IT41Y0501801000000000244666   – sempre presso la Banca Etica

Scintille – E se ci fosse, tra i lettori di Scintille, chi volesse proporre una collaborazione e/o un aiuto concreto, cosa potrebbe fare per contattarvi?

Elisabetta Vittone – Tramite la nostre pagine facebook oppure agli indirizzi di posta elettronica:  comitatomahmud@gmail.com e  associazione.domino.torino@gmail.com

io ed Elisabetta Vittone, foto scattata al Salone Internazionale del Libro di Torino, 2018

Scintille – Bene, Elisabetta, l’intervista è giunta al termine. Ti faccio i miei complimenti per le tante iniziative e ti confermo il sostegno del mio blog. Sei invitata a tornare quando vuoi per illustrarci i progressi dei tuoi progetti o per parlarci di nuove attività. Io, Loriana, sono molto sensibile a queste tematiche e ti offrirò tutto il supporto di cui hai bisogno.

Spero di aver dato l’opportunità ai miei followers di conoscere ciò che fai e che questo possa spingerli a una dimostrazione di impegno oppure a una donazione verso le tue associazioni. Ti rinnovo la mia stima e lascio aperte le porte del mio Salotto per te…

Elisabetta Vittone – Vi ringrazio per essere state/i con me. Seguitemi nelle mie attività, sostenete ciò che di buono facciamo. Buona giornata a tutti e a presto!


Contatti: posta elettronica:  comitatomahmud@gmail.com e  associazione.domino.torino@gmail.com

Pubblicità

[ospiti] | La solitudine, a Milano, si sconfigge così. Intervista a Marina Fichera

Buongiorno followers!

Il Salotto Letterario oggi apre per ospitare Marina Fichera!

Lei è una camminatrice cacciatrice di colori che raccoglie vite e esperienze. Viaggiatrice per passione, fotografa per scelta, ha trovato nella comunicazione visiva il veicolo per le sue idee. Lei, donna in cammino, cattura sguardi e sorrisi distanti, in immagini intense e coinvolgenti, piene di umanità e colore. Di colori, infatti, Marina è custode: quelli di fuoco, della terra rossa Africa o dalle sfumature d’oro dei tramonti immensi nel cielo d’Asia, quelli con le tonalità intense e vivide della foresta o quelli eterei, cristallini dei paesaggi nordici tra neve e lingue di ghiaccio.

I passi l’hanno portata lontana, nell’incontro fra culture e mondi diversi dal nostro quotidiano e Marina questi luoghi li ha raccontati in una mostra fotografica, con primi piani che catturano e sorrisi che comunicano storie, emozioni, vite. In quegli scatti, pur se fissi nella staticità di un click il colore e chiaroscuro si alternano a raccontare esistenze tra le trame di una pellicola.

Ma Marina non è solo una camminatrice, custode di immagini e colori: è molto di più… Scopriamola in questa bella intervista.

ScintilleCiao Marina, raccontaci di te…

Marina Fichera – Ciao, innanzitutto grazie per la bellissima presentazione!

Che dire di me? Sono romana ma abito a Milano da oltre trent’anni, ho una laurea in economia aziendale e un lavoro fatto di numeri, ma fuori dall’orario lavorativo faccio tutt’altro. Come dicevi amo molto viaggiare, in particolare verso Oriente, e far foto ai paesaggi ma, soprattutto, alle persone che incontro. Quando non viaggio mi piace organizzare eventi, andare a teatro, leggere, scrivere e in generale studiare. La mia ultima “sfida” è un corso di portoghese, la quinta lingua che studio.

Scintille – Sei qui oggi per parlarci di una iniziativa che hai ideato e che stai portando avanti. Di che si tratta?

Marina Fichera – L’iniziativa si chiama «ParlaMi» e nasce dall’osservazione della realtà nella città in cui lavoro e mi muovo ogni giorno con i mezzi pubblici.

Quando viaggio sulla metropolitana o sui tram milanesi noto sempre più persone completamente isolate, con lo sguardo catturato dallo schermo dello smartphone e l’udito ostacolato dalle cuffiette. Sono come zombie, sono fisicamente lì e si spostano da un luogo a un altro, ma è come se non ci fossero.

E allora mi sono chiesta: cosa si può fare per arginare questo fenomeno? Con che cosa si può sostituire questa solitudine, spesso non riconosciuta come tale?

Forse la risposta è semplicissima: tornare a parlarsi, a sorridersi, a essere disponibili anche verso chi non conosciamo ma che, probabilmente, visto che si sta spostando come noi su un mezzo pubblico per andare a scuola o al lavoro, può avere dei punti in comune con noi.

Scintille – Come si svolge concretamente?

Marina Fichera – L’obiettivo del progetto «ParlaMi»è quindi quello di invitare le persone a parlarsi, ad alzare la testa per guardarsi e scambiare anche poche parole. Attraverso una comunità virtuale su Facebook – perché i social se usati come mezzo e non come fine sono utili – ogni settimana verranno decisi uno o due argomenti di conversazione. Questo per ovviare da una parte l’imbarazzo che potrebbe esserci nel parlare con uno sconosciuto, dall’altra per facilitare una conversazione che può durare il tempo di poche fermate di metropolitana.

Il principale problema concreto è come riconoscersi – per questo avevo contattato qualche mese fa l’azienda di trasporti della città, per ora senza aver avuto una risposta – ma appena il gruppo su FB crescerà proveremo e poi decideremo le modalità migliori.

Scintille – Qual è stata, per adesso, la risposta a «ParlaMi»?

Marina Fichera – Per adesso, poiché sono sola e non ci sono strategie di social media marketing, il gruppo Facebook ha poco più di cinquanta utenti.

Per far diventare realtà l’idea occorrono numeri un po’ più grandi, direi nell’ordine di almeno un centinaio di persone, poi partiremo con i primi esperimenti reali.

Scintille – Cosa possiamo fare noi di Scintille per aiutarti?

Marina Fichera – Scintille mi sta già aiutando molto con questa intervista 🙂

Ciò che si può fare è far conoscere il progetto a più persone possibile è, in questo momento, la cosa più importante. Se siamo in tanti sarà più facile riuscire a passare dal mondo virtuale del gruppo Facebook a quello reale di una bella chiacchierata in metropolitana!

Intanto vi saluto e vi ringrazio per l’attenzione e, se volete far parte del gruppo ParlaMi questo il link: https://www.facebook.com/groups/2390230170992977/


Ringrazio Marina che è stata così disponibile da passare il tempo con noi, oggi.

Vi invitiamo a seguire la sua bella iniziativa e sostenerla, diffondendola.

Continuate a seguire anche questo Blog nelle sue pubblicazioni e prossimi eventi.

Abbraccio a tutti, alla prossima!

Loriana Lucciarini

[Ospiti] – Intervista a Annamaria Mazzini | “Il potere della Body Art Therapy per riconquistare un futuro a colori”

Sono emozionata nell’avere qui l’ospite di oggi, una persona straordinaria che mi fa molto piacere farvi conoscere: Annamaria Mazzini.

Sono emozionata nell’avere qui l’ospite di oggi, una persona straordinaria che mi fa molto piacere farvi conoscere: Annamaria Mazzini.Sono emozionata nell’avere qui l’ospite di oggi, una persona straordinaria che mi fa molto piacere farvi conoscere: Annamaria Mazzini.

Lei è una donna vulcanica: artista, scrittrice, performer, attrice, atleta; un fiume in piena (e scusate il gioco di parole, poi capirete perché) di creatività e iniziative.

Oggi Annamaria è con noi per parlarci di sé e tutto quanto è il suo mondo, in una intervista a cuore aperto.

Mettetevi comodi, iniziamo… 🙂


Scintille – Ciao Annamaria, ti accolgo qui e lascio subito a te la parola affinché tu possa presentarti ai lettori di questo blog. Parlaci un po’ di te…

Scintille – Ciao Annamaria, ti accolgo qui e lascio subito a te la parola affinché tu possa presentarti ai lettori di questo blog. Parlaci un po’ di te…Scintille – Ciao Annamaria, ti accolgo qui e lascio subito a te la parola affinché tu possa presentarti ai lettori di questo blog. Parlaci un po’ di te…

Annamaria Mazzini – Salve, mi chiamo Annamaria e ho 50 anni. Sin da bambina sviluppo delle attitudini pittoriche e una particolare sensibilità verso il colore. Faccio tutti gli studi inerenti questo campo specializzandomi anche in decorazioni e pitture sul muro. Per affinare sempre di più la mia arte, studio la scultura lavorando l’argilla. Frequento, inoltre, corsi di programmi grafici, fotografia, tatuaggio e trucco semipermanente, lavoro con la materia che utilizzo sulle mie tele, dipingo e disegno con le matite, l’acquerello, i pastelli, i colori ad olio, la tempera. Continuo a sperimentare, sempre.

Annamaria Mazzini – Salve, mi chiamo Annamaria e ho 50 anni. Sin da bambina sviluppo delle attitudini pittoriche e una particolare sensibilità verso il colore. Faccio tutti gli studi inerenti questo campo specializzandomi anche in decorazioni e pitture sul muro. Per affinare sempre di più la mia arte, studio la scultura lavorando l’argilla. Frequento, inoltre, corsi di programmi grafici, fotografia, tatuaggio e trucco semipermanente, lavoro con la materia che utilizzo sulle mie tele, dipingo e disegno con le matite, l’acquerello, i pastelli, i colori ad olio, la tempera. Continuo a sperimentare, sempre. Annamaria Mazzini – Salve, mi chiamo Annamaria e ho 50 anni. Sin da bambina sviluppo delle attitudini pittoriche e una particolare sensibilità verso il colore. Faccio tutti gli studi inerenti questo campo specializzandomi anche in decorazioni e pitture sul muro. Per affinare sempre di più la mia arte, studio la scultura lavorando l’argilla. Frequento, inoltre, corsi di programmi grafici, fotografia, tatuaggio e trucco semipermanente, lavoro con la materia che utilizzo sulle mie tele, dipingo e disegno con le matite, l’acquerello, i pastelli, i colori ad olio, la tempera. Continuo a sperimentare, sempre.

Ma ho anche una passione per il cibo e per l’arte culinaria. Mi piace il mare, nuotare, andare in canoa e praticare lo sport del Dragon boat. Con delle amiche mi diverto a cantare e con la compagnia teatrale a fare spettacoli e letture sceniche. Non sono sposata e non ho figli. Sono la terza di quattro figli e con i miei fratelli e i miei genitori ho un bellissimo rapporto. Vivo in campagna con cani e gatti, adoro la natura e andare a trovare gli amici che non vedo da anni.

Scintille – Sei un’artista a tutto tondo: pittrice, scrittrice, attrice… Donna eclettica e piena di idee, in pratica un tornado! Ci puoi parlare del tuo percorso artistico, per darci un’idea del tuo lavoro?

Annamaria Mazzini – Come ho detto prima per diventare un’artista ho seguito sin da bambina le mie attitudini che con il tempo mi hanno fatto scoprire le miei doti. Dopo il liceo artistico e l’accademia di decorazioni d’interni, sono partita per l’estero e ho iniziato a lavorare nel settore, sia come pittrice che come decoratrice. Ho fatto anche altri lavori e anche qui mettevo estro, fantasia, creatività, cercando sempre emozioni. Poi un bel giorno, all’improvviso arriva un cancro che devasta e cambia la mia vita, cinque anni lunghissimi, 26 sedute di chemio terapia, 37 giorni di radioterapia e cinque anni di ormone terapia; ma riesco a sconfiggerlo soprattutto con la pittura, i colori e tutta quell’energia piena di vita che si sprigiona con essi.

Scintille – Se c’è, puoi dirci quale modalità senti più tua, rispetto all’espressione e alla creazione di contenuti artistici?

Annamaria Mazzini – Sicuramente la pittura, a seguire recitare davanti un pubblico, poi cucinare: godere per il cibo mi fa rilassare. E, per concludere, mi piace cantare, anche semplicemente davanti un karaoke.

Scintille – Oltre alle mille cose di cui abbiamo parlato, sei anche un’atleta: fai parte del team dell’associazione sportiva di Bracciano”Dragonboat”, e l’anno scorso avete vinto i mondiali a Venezia. Uno sport che personalmente non conoscevo e di cui ti chiedo di darci qualche informazione in più. Come hai iniziato e come sei arrivata ai livelli di eccellenza? Quanto ti ha dato questo sport?

Annamaria Mazzini – Ho iniziato otto anni fa con le pink butterfly di cui sono ancora una socia sostenitrice. Si tratta di donne operate di tumore al seno che praticano questo sport come riabilitazione psico-fisica dopo un percorso di cure oncologiche e visto che c’è il rischio di sviluppare, dopo l’operazione e le cure, un’altra patologia (il linfedema), patologia che, con questo sport, si riduce notevolmente. Per maggiori informazioni potete visitare la pagina www.pagaierosa.org, In Italia ci sono circa 26 squadre e nel mondo circa 150. Per arrivare ai livelli di eccellenza ci vuole un allenamento costante e un buon gioco di squadra. Posso dire con tanto orgoglio che a me, personalmente ha salvato la vita, proprio mentre stavo combattendo la malattia e la paura di morire. In acqua mi rilasso e mi piace faticare!

Scintille – Parliamo ora della malattia. Il cancro è un nemico che arriva all’improvviso e sconvolge tutto, devasta il presente e annebbia il futuro. Chi ne è colpito attraversa un percorso complicato e difficile, dove è necessario attingere a tutta la forza interiore per non lasciarsi sopraffare. Per non cedere alla disperazione, per non lasciarsi sconfiggere. Tu sei una sopravvissuta, ce l’hai fatta. Non solo, hai saputo attingere a questa esperienza di sofferenza per trasformare il buio in luce, la disperazione in forza, l’energia in vita, il dolore in colore.

La malattia, il cancro, hanno dato un segno importante alla tua ricerca e comunicazione artistica, trasformandola. In che modo ha influito e come l’ha cambiata, con quali caratteristiche?

Annamaria Mazzini – Anche se può sembrare strano, il cancro ha influito in modo positivo. Ovviamente all’inizio tanta paura e dolore, però questo mi ha aiutata a conoscermi e a sviluppare lo spirito di ricerca che mi ha aiutato a guarire. Mettendo a disposizione le uniche armi che avevo e che potevo usare senza chiedere niente a nessuno: la pittura, cucinare, lo sport all’aria aperta. Ho imparato a godere del momento presente. Quando ho capito che la malattia era arrivata per insegnarmi a donare, ad aiutare l’altro, a condividere la mia esperienza e metterla al servizio del bene mondiale è stata una bellissima RINASCITA. La cosa stupefacente è che ho capito come potevo utilizzare tutta la mia arte e tutte le mie esperienze e risorse, per capire come essere veramente se stessi e dare il proprio contributo.

Lasciarsi andare e lasciarsi indicare la strada giusta per noi è importantissimo: basta saper guardare e ascoltare e poi, semplicemente tutto apparirà ai nostri occhi.

Scintille – Per chi sopravvive al cancro, concetti come “resistenza”, “resilienza”, “testimonianza”, “condivisione” si trasformano in vita vera, da mettere in pratica giorno dopo giorno. Il tuo lavoro ne è forgiato, nasce da ciò. Puoi parlarci dei tuoi progetti?

Annamaria Mazzini – Certamente. I miei progetti nascono proprio dalla malattia, infatti. Ancora mi chiedo che percorso deve fare la nostra mente con i suoi pensieri. Fino a che punto bisogna lasciarsi andare per dare un senso alla propria vita, per trovare risposta alla famosa domanda: «Ma io, che devo fare in questa vita?», ti rendi conto che il dolore, la paura, la sofferenza, la fede fanno parte di tutto ciò. Ma è possibile che si deve arrivare a tanto? Evidentemente, sì.

Quando ho visto per la prima volta il dipinto nascere sulla cicatrice esposta e, come per magia, quel corpo diventare in tela, ho trasformato il cancro in un opera d’arte.

È nato così il progetto body art therapy: il colore diventa energia.

La finalità di questo progetto è dare un supporto per chi intraprende un percorso di cure oncologiche, integrato alla pittura corporea per la gestione della ferita all’immagine di sé. Trattamenti finalizzati a compensare sul piano estetico, l’alterazione somatica provocata dall’intervento chirurgico e restaurare l’identità sessuale nascosta.

Scintille – “Il potere curativo dell’arte”. Alla luce della nostra bella chiacchierata, mi piacerebbe che commentassi questa frase in base al tuo percorso e alla tua esperienza, se la ritieni vera.

Annamaria Mazzini – È verissima. E’ stato abbastanza semplice utilizzare l’Arte in quanto pittrice, di conseguenza è venuta lei a soccorrermi per aiutarmi a guarire. Sono facilitata perché riesco a lasciarmi andare ed ascoltare quello che succede dentro di me. Il corpo te li manda i messaggi e tutti hanno lo stesso potere di autoguarigione, una forza che è dentro ciascuno di noi.

Fortunatamente non si deve essere artisti per conoscere il potere curativo dell’arte, oggi ci sono testi interessanti scritti da autori noti e autorevoli che possono aiutare, professionisti che mettono a disposizione tantissimo materiale che oggi è facilmente reperibile grazie ad internet. Sicuramente le esperienze dirette hanno un sapore diverso, più genuino, ma anche di queste ne esistono tantissime. Io vorrei dare il mio contributo e spero che questa intervista sia utile per qualcuno. Per me l’Arte è una garanzia per la salute e chiunque utilizzare la creatività nella propria vita. Io mi renderò disponibile per chi desiderasse farla emergere.

Scintille – Prima di salutarci vorrei lasciassi ai lettori i tuoi contatti e dove poterti seguire. Inoltre, comunico ai miei lettori, che su questa tua esperienza hai anche scritto un diario-testimonianza: «Gioia di vivere. Dialogo tra una pittrice e il suo cancro» che si può trovare a questo link.

Annamaria Mazzini – Sì, scriverlo è stato un modo di affrontare il tutto, condividerlo e rendere la mia esperienza utile a chi sta affrontando la stessa battaglia. Chi fosse interessato alle mie attività sulla Body Art Therapy può trovare informazioni e video sul mio canale Youtube o sulla pagina facebook (n.b. i contatti sono riportati in fondo all’intervista)

Scintille – Grazie Annamaria per la tua presenza, qui oggi. Grazie per la disponibilità e per essere portavoce di un cambiamento profondo, forte, potente, che riesce a coinvolgere e a investire, trasformandole, molte altre donne. Sei punto di luce. Punto di energia. Continua così!

A voi, car* lettor* vi abbraccio forte e vi ricordo che se volete lasciare un commento, porre una domanda o anche solo scrivere un semplice saluto, potete farlo con la funzione “commenta”. Annamaria leggerà tutti i vostri interventi e vi risponderà nei prossimi giorni.

Annamaria Mazzini – Certamente, mi farà piacere avere uno scambio con i tuoi lettori. Ringrazio Loriana per avermi invitata e mando a tutti un caro saluto.

Loriana Lucciarini
Altra mia intervista all’artista su

Altra mia intervista all’artista su Gli Scrittori della Porta accanto, qui



VI E’ PIACIUTA QUESTA INTERVISTA? SIETE INTERESSATI A SEGUIRE L’ARTISTA CHE OGGI VI HO PRESENTATO? ECCO QUI I LINK DOVE POTETE TROVARLA…

⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓⇓

Pagina facebook Body Art Therapy –-> QUI

Canale Youtube -> QUI

Mail -> SCRIVENDO QUI

Libro, link acquisto -> QUI

[ospiti | PER UN’ESTATE DI LIBRI] – Intervista a Roberto Ricci, il “Parrucchiere del brivido”

Il Salotto di Scintille apre per la stagione estiva «Per un’Estate di libri»! Oltre a freschi cocktail e spruzzi e lazzi parleremo di autori italiani, libri e tante storie…e oggi si parlerà di una lettura da… brivido: proprio quello che ci vuole per rinfrescare le calde giornate di questa estate 2018! 🙂 🍹🏄‍♀️🏄‍♂️🏊‍♂️💦👙👡🐳🐠🦀🐚🌻🍉🍒

Ospite del Salotto letterario è con noi ROBERTO RICCI, autore di «Nero Corvino» che ci parlerà di sé e delle storie da incubo in un’intervista tutta da leggere. 

…Benvenut* a tutti a questo nuovo appuntamento di Scintille d’Anima! 😀


 

Roberto Ricci vive ad Ancona, dov’è nato.

Di professione fa il parrucchiere e da quando, nel 2012, ha vinto l’edizione del Premio Racconti Nella Rete, un concorso legato al Festival LuccAutori con il suo racconto thriller “Il Cappotto”, è diventato per tutti il parrucchiere del brivido.

Di recente è uscito «Nero Corvino», pubblicato con Le Mezzelane.

 

Dopo avervi segnalato la sua raccolta di racconti, oggi Roberto Ricci è nostro ospite in questa puntata del Salotto Letterario di Scintille.

Partiamo subito con l’intervista…

  • Ciao Roberto, benvenuto nel Salotto di Scintille. Dicci: come nasce la tua passione scrittura?

La passione della scrittura, nasce da sempre. Sin da bambino ho iniziato a leggere. A scuola amavo molto l’italiano come materia e facevo temi lunghi e aggiungo anche belli.

 

  • Quali sono state le letture formative? C’è un autore a cui ti ispiri o che ha evocato le atmosfere delle tue storie?

Sicuramente Edgar Allan Poe, Edgar Wallace e i gialli di Agata Christie.

 

  • Raccontaci il tuo percorso da scrittore e in che modo sei arrivato a pubblicare…

Nel 2012 ho festeggiato 20 anni di negozio e per l’occasione avevo deciso di auto pubblicare un libro di racconti da regalare a clienti, parenti, amici e conoscenti. Nello stesso periodo, uno dei racconti inseriti “Il Cappotto” ha vinto il Premio Racconti Nella Rete e quel libro ha ottenuto un riscontro decisamente superiore. In seguito, ho pubblicato ancora in self e poi, dopo tante esperienze anche come autore di soggetti per corti, medi e lungometraggi, sono arrivato nella grande famiglia “Le Mezzelane”.

Una cosa importante vorrei dire ai tanti che scrivono: magari pubblicate in self publishing, ma assolutamente mai con case editrici a pagamento.

 

  • Di «Nero Corvino» che ci puoi dire? Hai già svelato (qui) alcuni retroscena e hai fatto un richiamo a Dario Argento, ci racconti qualcosa di più?

Sono cinque storie, una delle quali inedita, che raccolgono il meglio di quello che ho scritto in questi sei anni. Si, c’è molto del cinema di Dario Argento come atmosfere, ma anche di Alfred Hitchcock e di altri registi che amo. Chi lo ha letto, lo ha definito un libro molto cinematografico.

 

  • Come ti è venuta l’ispirazione per questa raccolta di racconti, congeniata in questo modo? E le storie? Da cosa ti sono state ispirate? Quanto hai attinto dall’ambiente e dalla tua professione?

Essendo una raccolta di storie scritte nell’arco di sei anni, l’ispirazione mi è venuta in momenti diversi. Quasi sempre di notte. Abbiamo con la casa editrice, pensato di fare appunto questa sorta di “The Best”, per dare modo ai lettori, di conoscere profondamente il mio mondo oscuro nelle sue tante sfacettature.

Una delle storie “L’acconciatura Sbagliata è molto ispirata alla mia professione, essendo un giallo ambientato nel mondo dei parrucchieri. Ho preso spunto da tanti incontri e situazioni avvenute negli anni. Anche qualche collega mi ha ispirato per i personaggi. Chiaramente tutto in maniera esasperata e romanzata.

 

  • Appena uscito «Nero Corvino» ha attirato l’attenzione di lettori e della critica. Vito Ditaranto per il lit-blog Les Fleures du Mal scrive di te:

La penna di Roberto Ricci è sciolta e suggestiva, la cadenza è modulata in modo minuzioso con colpi di scena sempre dietro l’angolo.

Questo autore non fa scorrere il sangue nei palazzi, ma nelle vostre vene; non vi conduce in paesi lontani, ma vi porta in luoghi vicini; non vi espone al pericolo di essere divorati dai selvaggi, ma ve lo fa sentire sulla pelle; non si rinchiude in luoghi clandestini di perversione, ma vi porta dentro; non si perde mai nelle regioni della fantasmagoria, ma vi conduce in pozzo profondo e senza luce. [qui la recensione completa]

…Come vivi questa bella affermazione?

Una gran bella soddisfazione. Sapere che quello che scrivi arriva ai lettori, non importa se 10/100/o 1000 ti appaga tantissimo. Scriviamo principalmente per noi stessi, chi per sola passione, chi per appagare il proprio ego, chi invece come me, per dare sfogo alle proprie ansie e paranoie, ma a tutti noi fa piacere se qualcuno legge e soprattutto apprezza i nostri libri.

 

  • Sei molto attivo nella promozione, quali strategie utilizzi per arrivare al grande pubblico?

Uso molto i social network. Facebook e Instagram principalmente e quando possibile articoli su giornali veri e propri. Poi, collaboro con una libreria della mia città che mi aiuta a dare visibilità al libro tramite locandine e esponendolo in vetrina. Infine, cerco di organizzare presentazioni e partecipare a fiere del settore. Ovviamente, grande pubblicità la fanno anche i cinque cortometraggi thriller presenti in rete, dei quali ho scritto i soggetti. Spesso chi li vede è incuriosito a sapere di più sull’autore e si avvicina anche ai miei scritti.

 

  • Stai lavorando a un nuovo progetto? Ce ne parli?

Ho ultimato un romanzo dal titolo L’immagine Malvagia”, che spero di pubblicare ancora con “Le Mezzelane”. Un thriller decisamente pauroso. Il protagonista è uno scrittore di libri gialli, che dopo il successo del suo romanzo d’esordio, viene contattato per scrivere a quattro mani la biografia di un ex serial killer di donne disabili. L’uomo è in libertà vigilata, ma una sera non fa ritorno in carcere e sparisce nel nulla. Contemporaneamente, ricominciano una serie di omicidi con lo stesso modus operandi. Lo scomparso è tornato a uccidere o c’è un emulatore? Lo scrittore, si troverà suo malgrado coinvolto in una vicenda da incubo.

 

Grazie per essere stato qui con noi oggi, Roberto.  Ti invito a tornare quando vuoi, il Salotto è sempre aperto per i miei amici scrittori! 😀

In bocca al lupo per «Nero Corvino» e per i progetti futuri. Un abbraccio!

Un abbraccio anche a voi car* lettor* e a presto su questi schermi…

Loriana