[ospiti] – Il progetto sociale di Gino Marchitelli: nasce “Il Barbiere zoppo”

Il volume “Il barbiere zoppo” che nasce dal finanziamento collettivo in rete

Salve a tutt*! 😀

Apriamo questa giornata di salotto letterario parlando di un’iniziativa che sta riscuotendo numerose adesioni nel web. Trattasi di un progetto crowdfunding per dare alle stampe il volume “Il barbiere zoppo” di Gino Marchitelli; romanzo che tratterà dei valori della Resistenza e dell’antifascismo.

Ma prima di parlare del libro vero e proprio vi spiego cos’è il crowdfunding e cosa rappresenta:

Il crowdfunding (dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento) o finanziamento collettivo in italiano, è un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni (fonte: wikipedia)

Un’impresa quindi concettualmente elevata e anche coraggiosa: trovare i fondi per dare alla stampa il libro. L’autore, Gino Marchitelli, ha volutamente scelto questa strada per rendere partecipativa la sua realizzazione editoriale, con la spinta e l’apporto di tante persone che, come lui, hanno deciso di accogliere e contribuire al progetto.

Il finanziamento dell’impresa parte dalla cifra simbolica di 2 euro e può arrivare anche a importi più elevati, perché ognuno possa decidere la somma da versare in base all’importanza che decide di dare all’iniziativa.

Sono andata quindi a curiosare tra le pagine dedicate a questo progetto crowdfunding ed ecco come l’ideatore descrive quest’idea innovativa:

Ciao a tutti! Sono Gino Marchitelli, scrittore, elettricista e compagno dell’A.N.P.I, e ho iniziato a lavorare ad un nuovo libro. Un libro “indipendente”

L’autore ci fornisce anche ulteriori informazioni:

“vorrei farlo uscire durante il 70° anniversario della Liberazione dell’Italia dal Nazi-Fascismo nel 1945. I 2.000 euro che vi chiedo di aiutarmi a raccogliere in realtà copriranno solo una parte del budget necessario per realizzare e pubblicare questo libro. Per ammortizzare tutte le spese dovrei superare ampiamente il 150% della cifra… ma facciamo un passo alla volta. Un grazie speciale fin d’ora per il supporto e il sostegno che mi darete!”


…Vi ho incuriosito?

Allora continuate a leggere,

perché ora vi illustro la trama de “Il barbiere zoppo”

cop il barbiere zoppo Il romanzo narra la scoperta dei valori della Resistenza da parte di una giovane ragazza meridionale, ambientato nell’Italia del 1969. Come spiega proprio l’autore nel sito creato appositamente per lanciare questa iniziativa, la finalità è dare alle stampeun romanzo diverso dal solito dove la memoria, la testimonianza e la storia di quegli anni, trasportate in un piccolo paesino delle Marche dove effettivamente si verificò un eccidio da parte dei nazi-fascisti nel 1944, si fondono con la scoperta, oltre che della Resistenza, di una nuova vita e dei primi sentori delle rivolte socio-politiche del ’68 in un angolo così remoto del nostro Paese.”

Prologo

 

Dall’alto si domina il paese e laggiù, sullo sfondo, il blu cobalto del mare. In basso, sulla destra, la lunga piazza.

Marciapiedi a mattonelle grigie con gli alberi stranamente acconciati a forma quadra da giardinieri impazziti.

Il monumento con l’aquila in cima, a perenne ricordo dei caduti in guerre lontane ma, l’ultima, ancora troppo recente per non far male.

Lo strappo, il dramma collettivo e la follia che avevano colpito ogni angolo d’Italia, avevano pervaso anche quel piccolo paese dell’alto Salento Brindisino, dalle case bianche di calce e le tende a fili sottili in canne di bambù orizzontali posizionate a baluardo dal tremendo calore meridionale.

Le rondini si rincorrono, senza sosta, con quello stridio sottile che calma il cuore se ti fermi ad ascoltare.

La casa era tanto modesta quanto umili erano loro.

Due donne, madre e figlia, nella quiete assonnata del caldo pomeriggio estivo in terra di Puglia.

La madre riposa. Il vento, testimone perenne di quelle terre assolate, passa attraverso le tende… le smuove, le solleva, le sposta e scaccia un po’ la calura dalla piccola casa in pietra.

La ragazza, è salita in alto, sul terrazzo piatto.

Osserva, come fa ogni giorno, estate inverno, primavera autunno, il lento passare del tempo.

Le basta poco, è felice con un niente, anche solamente osservare il cielo, il mare, le case e sentire quell’odore di salsedine che si posa su quei muri spruzzati di bianco.

Non ha bisogno d’altro.

Le carni non hanno ancora iniziato a bruciare d’amore, eppure non è più una ragazzina, vent’anni sono passati da un pezzo.

Lei ama e mette tutta se stessa solo su sentimenti supremi, elevati. Ama la terra rossa delle campagne, i muretti a secco di pietra, il rumore ferrato dei calessi in legno che portano i contadini ai fondi rurali, e, quando l’acquedotto porta l’acqua, quando… c’è, col suo rumore frusciante da dea portatrice di vita.

Lei è una ragazza che respira la vita.

Molte sue amiche non la capiscono ma accettano la sua compagnia perché è colta e gentile.

Lavora solo qualche ora al giorno a scuola e aiuta i parenti nel lavoro nei campi, alzandosi spesso quando la notte ancora vigila sul sonno di molti.

Lei legge molti libri. Sempre.

Legge per sé e legge molte fiabe per le amiche e racconta di mondi che sembrano non poter essere reali.

Divora cultura, vuole sapere, è un’anima curiosa, un po’ strana da quelle parti… lo dice sempre anche sua madre, in quel dialetto altalenante, “ma a chi sei figlia tu, eh?”.

E ride, sua madre, ride e le piccole rughe intorno agli occhi, bruciate dal sole, le donano un ché di sensuale.

E anche Lidia, ride. Ride spesso con la madre.

Maria è una donna dal cuore sereno.

E’ maestra elementare.

Lidia è una ragazza dal cuore puro.

Il volume sarà impreziosito da foto d’archivio e vari testi storici. Un lavoro notevole, che Marchitelli ha svolto con accuratezza e passione, facendo ampie ricerche storiche e documentali, per poter narrare con veridicità e accuratezza eventi realmente accaduti.

Matelica (Marche) 28 agosto 1969

Finalmente le aveva ritrovate.

Aveva impiegato diversi anni a cercarle come un ossesso.

Era stato fortunato. Era riuscito a tornare da quei viaggi dove di molti, quasi tutti, non si seppe più nulla.

Storie disperse nel vento, passate per un camino…

Era stanco e vecchio ma nei suoi occhi ardeva ancora quella luce di vitalità e fiducia che, sebbene il corpo fosse ormai invecchiato, mostravano il giovinotto d’un tempo.

Ma questa era un’icona di molti anni prima.

Secoli.

“Ecco, la busta e il francobollo…”.

“Grazie” rispose alla commessa che, nel lungo grembiule blu, lo guardava incuriosita. Si girò di spalle. Non amava che sbirciassero nei suoi affari, ma questo era un retaggio che si portava dietro dalla terribile esperienza che aveva vissuto. Non avrebbe augurato ad alcuno di vivere quello che aveva vissuto lui… e “visto” quello che lui aveva visto.

In quei posti dove, se non ti fidavi di nessuno, forse potevi salvarti, e quella diffidenza se l’era riportata indietro. Infilò la lettera nella busta in carta grezza, leccò la parte collosa e la richiuse.

Rilesse ancora una volta l’indirizzo.

Gentile signora Maria Lotti, via Regina Margherita 4,

Carovigno, Brindisi, Regione Puglia. Anche la regione…

“Meglio evitare che qualcuno sbagli e non arrivi a destinazione.”

Ho deciso di sostenere questo progetto perché, oltre a credere fortemente nei valori della Resistenza e dell’antifascismo, sono convinta che possa essere interessante proporre un percorso di questo tipo, con la realizzazione del romanzo solo grazie al contributo di ognuno di noi. Sfida rischiosa ma stimolante, che Gino Marchitelli pubblicizza così: “ognuno di voi diverrà collaboratore e divulgatore di questo progetto di ‘memoria collettiva’, oggi necessario e improrogabile.”

Un’idea questa, che sta riscuotendo più successo e adesioni di quelle ipotizzate all’apertura della campagna (3,417 euro raccolti sui € 2,000 richiesti), segno che in tutta la Penisola i valori della nostra storia e gli ideali partigiani e di liberazione sono ancora vivi e perseguiti con forza.

Manca meno di un mese per terminare la raccolta di fondi. Invito quindi voi che state leggendo, a decidere di diventare protagonisti di questa iniziativa, importante dal punto di vista di ricostruzione storica per i valori che mette in campo, ma anche e soprattutto per poter essere veramente protagonisti nel realizzare un qualcosa di così straordinario!

Ecco il link alla campagna crowdfunding per “Il barbiere zoppo” → qui


Ma chi è l’autore e ideatore del progetto?

Ve lo presento subito: è Gino Marchitelli

marchitelliLuigi Pietro Romano Marchitelli detto “Gino”, due figli, vive Milano dov’è nato nel 1959. Ha lavorato per molti anni sulle piattaforme petrolifere. Da tempo è attivo nel campo delle energie rinnovabili – fotovoltaico e impiantistica elettrica ed elettronica civile e industriale. Militante nella Cgil e in Democrazia Proletaria ha partecipato alle dure lotte dei lavoratori delle piattaforme petrolifere e ha contribuito alla stesura di un dossier parlamentare di denuncia che contribuì allo scoppio dello scandalo Eni, sul finire degli anni Ottanta. Fa parte del direttivo Anpi di S. Giuliano Milanese ed è componente dell’Osservatorio contro le mafie del Sud Milano, nonché presidente dell’associazione culturale “Il Picchio”. E’ l’ideatore del sito nazionale per una economia etica e solidale “Socialmente Impegnati”. Personaggio eclettico e vulcanico, oltre ad essere uno scrittore di successo, nel 2013 è stato anche finalista al Salone del libro di Torino, nella sezione cantautori, con un brano musicale dedicato agli operai morti alla Thyssen Krupp. Nel 2014 ha pubblicato la raccolta di testimonianze sulle stragi di Stato Una Storia di tutti e il dvd-videointervista Siamo i ribelli della montagna.

Ha all’attivo alcuni romanzi noir: Morte nel Trullo, Qvimera, Il Pittore e Milano non ha memoria, che è il suo ultimo romanzo, pubblicato nel 2014. Il suo sito web è → qui


E adesso, con emozione e piacere, sono a accogliere Gino Marchitelli nel Salotto letterario in questo mio blog.

Ringrazio l’autore per la disponibilità a concedermi questa intervista e per aver acconsentito ad essere online per le domande che vorrete porgli, in questo nostro appuntamento con lui. Parto subito con le mie, sperando di stimolarne in voi tante altre…cop intervista

Loriana – Ciao Gino, intanto grazie per la disponibilità a trascorrere un po’ di tempo nel nostro Salotto letterario, mettiti comodo che iniziamo… Allora, è stato già scritto nell’articolo di apertura di questo appuntamento ma vorrei che lo potessi spiegare meglio ai nostri lettori: come ti è venuta in mente l’idea di questo progetto?

Gino Marchitelli – Diciamo che avevo già sentito parlare vagamente del crowdfunding cioè della possibilità di organizzare e chiedere sostegno “morale” ed economico per un progetto artistico che sia esso letterario, musicale, teatrale ecc.ecc. Ho iniziato a curiosare e ho scoperto che un gruppo musicale che stimo molto, “I Gang” dei fratelli Severini lo ha utilizzato per pubblicare in co-produzione con i loro supporter un album autonomo e senza censure dopo ben 14 anni di assenza dal mercato del “nuovo”. Sono andato a studiarmi il loro progetto, li ho incontrati a Vinilmania a Milano. Ho studiato il sistema e poi ho deciso, avendo in mente un progetto editoriale un po’ diverso dal solito, toccando un argomento che, se trattato senza censure può risultare scomodo ancora oggi, di valutare la possibilità di utilizzare lo stesso strumento per garantire a me e agli aderenti una totale indipendenza dal mercato editoriale quantomeno per la prima tiratura destinata ai soli sostenitori. Chiaramente ci voleva un progetto intrigante e che potesse incuriosire almeno un certo tipo di pubblico “orientato”… e ci ho lavorato molto…

Loriana – Un’iniziativa rischiosa perché necessita di collaborazione e partecipazione attiva dei lettori e dei sostenitori, avevi fiducia nella sua realizzazione?

Gino Marchitelli – Per la verità ho pensato “se l’idea e la spiegazione del progetto che riuscirò a dare saranno chiare e comprensibili dovrei arrivare almeno al pubblico di riferimento per quest’opera, quello socio-politico vicino ai valori e alla memoria della resistenza”. Poi è chiaro che non sai come va a finire… certo che aver già scritto cinque libri – di cui uno sulle Stragi di Stato – e aver realizzato un dvd con l’intervista ai partigiani della val d’Ossola mi ha agevolato perché almeno qualche lettore già mi conosceva e avrei potuto sperare di coinvolgerlo.

Loriana – Di fronte alle obiezioni iniziali sul rischio di fallimento del progetto, quali sono stati gli elementi che ti hanno spinto a crederci davvero per superare gli scetticismi e gli aspetti negativi, e decidere infine di aprire campagna?

Gino Marchitelli – Ti dico che non ho avuto particolari obiezioni da parte di chi mi conosce anzi… quindi ho pensato che facendomi aiutare anche dal loro nel divulgare l’idea e dall’utilizzo della rete qualcuno avrebbe aderito. Male che vada – ho pensato – ci metto io le risorse economiche che mancano e rispondo positivamente a quelli che mi hanno dato fiducia. Ad oggi [e mancano ancora 29giorni alla fine dei 60 giorni di campagna] è stato raccolto ufficialmente il 170% di quanto era stato richiesto [quindi ampiamente superato l’obbiettivo dei 2.000 euro necessari per realizzare il libro e tutto il materiale promozionale per gli aderenti]. Un dato molto molto positivo… leggeranno il libro in tanti.

Loriana – Come sei venuto a conoscenza della piattaforma di crowdfunding, che ha ospitato questa tua campagna?

Gino Marchitelli – Ho risposto all’inizio: è stata l’idea dei “Gang” che mi ha intrigato!

Loriana – Cosa succederà al termine della raccolta fondi? Puoi spiegarci bene le prossime fasi del progetto?

Gino Marchitelli – Primo: il libro dev’essere pronto per la fine di marzo al massimo [in corrispondenza della fine del crowdfunding], poi va impaginato [un paio di giorni], la copertina è già pronta, manca solo il retro. A quel punto il libro va in tipografia per la stampa in brossura in digitale [così costa sì di più, ma non hai l’obbligo di stampare migliaia di copie, ma solo quelle che servono per i sostenitori più qualcuna], la rilegatura e la preparazione. Nel frattempo mando in stampa le spillette resistenti, le magliette dei partigiani rivolgendomi a chi realizza questi prodotti e i dvd le interviste [quella con i partigiani della val d’Ossola l’ho già prodotto e distribuito devo solo ristamparlo]. Poi mano alle buste, indirizzi, dediche, numerazione delle copie e spedizione. Se tutto fila liscio prima del 25 Aprile 2015 – 70° anniversario della liberazione – i sostenitori avranno ricevuto quello per cui hanno aderito e poi speriamo che… piaccia e che si “scateni” un passa parola che mi costringa a ristamparne ancora e ovviamente le presentazioni in giro per l’Italia [ho già 4 date in aprile ancor prima che esca, incredibile… 🙂

Loriana – Parliamo ora del lavoro sul romanzo e sulla raccolta di materiale storico documentale: come hai proceduto in questa fase per la ricostruzione dei fatti che vai a raccontare?

Gino Marchitelli – Per prima cosa diciamo che è un romanzo con una forte invenzione narrativa poi… volendo raccontare in questa storia di fantasia molti accadimenti reali e storici ho seguito il percorso di: 1) parte inventata, 2) messaggio socio-politico che voglio trasmettere, 3) parte vera con libri e testimonianze prese sul posto [nelle Marche con l’Anpi di Matelica e diversi testi storici], periodo del 1969 con i racconti degli ex giovani locali e la mia personale conoscenza da piccolo del ‘68/’69, le musiche beat d’allora, 4) parte vera 1937-1943 mi hanno dato una decina di libri sull’epoca fascista soprattutto sulla propaganda e sul sistema del lavaggio del cervello da parte del fascismo sulla popolazione e la parte vera di lotta partigiana, 5) parte verosimile dove prendo spunto dalla verità d’allora e la trasformo a mio uso narrativo.

Loriana – Il romanzo prevede la stampa editoriale e l’ebook, in che canali verrà distribuito?

Gino Marchitelli – Per la forma cartacea esclusivamente ai sottoscrittori + diverse copie ad uso presentazioni, ANPI e richieste che mi perverranno direttamente dai lettori incuriositi su internet, in tre sole cittadine in alcune librerie e cioè Matelica dov’è ambientata la maggior parte della storia, a Carovigno dove inizia e ritorna la parte narrativa e nel mio comune di residenza dove, teoricamente ma nemo profeta in patria, dovrebbero essere interessati… ma ci credo poco. L’e-book sicuramente su Amazon e tutte le piattaforma on-line valuterò eventualmente di inserire su Amazon anche il cartaceo. Dopo la prima tiratura dedicata a questa parte di sostenitori valuterò richieste di editori [due hanno già mostrato un certo interesse] per un eventuale uscita nazionale… ma non con le stesse caratteristiche della prima edizione per i co-produttori ai quali penso anche ad una sorpresa da inserire nelle loro copie… ma non dico cosa… spero di stupirvi!

Loriana – Cosa vuoi dire ai lettori qui presenti per convincerli, se ancora ci fosse bisogno, di dare il proprio contributo per questo romanzo?

Gino Marchitelli – Chi sta leggendo il libro per la parte critica, per la parte storica e per la parte ortografica mi dice che non resiste ad aspettare le pagine che continuo a scrivere e mi sollecitano a spedirle perché vogliono sapere come va a finire e, a prova di testimonianza, Barbara Gnaga bibliotecaria di San Giuliano Milanese, lo storico professor Igino Colonnelli dell’ANPI di Matelica e la professoressa Cettina Bartuccio esperta linguista siciliana… poi è una storia che credo ci serva molto in questo momento storico, dove razzismo, xenofobia e spinte neofasciste si ripresentano in modo pericoloso.

Parlando di uomini e donne d’allora [1937/45] che decidono di mettere in gioco la propria vita per la libertà senza dimenticare i loro sentimenti, amori e speranze… di giovani investiti dal movimento beat, capelloni, musica e movimento operaio studentesco anche in modo ingenuo nella “periferia” della provincia italiana nel 1968/69/70 per arrivare – ma non svelo come alle stragi – con una lettura semplice ma che mette i punti essenziali per sputtanare il fascismo e le sue menzogne non esprimendo le mie idee ma facendo leggere le grossolane bestialità che essi stessi propagandavano [e che hanno attinto purtroppo nell’ignoranza d’allora] credo di poter dare un piccolo contributo a mantenere viva la memoria e a mettere qualche sacchetto di sabbia ad argine moderno ai pericoli che stiamo correndo.

Per questo motivo ci vogliono tanti sostenitori e di conseguenza tanti lettori!

Loriana – Invito nuovamente i lettori di questo blog e chi è andato fino in fondo a quest’intervista, a dare un contributo, anche minimo a questo interessante progetto, per l’idea e i valori che ha messo in campo e per l’impegno dell’autore nel divulgarli.


E adesso è il momento delle vostre domande!

L’Autore è da questo momento ufficialmente on-line per rispondere a tutte le vostre curiosità. Pronti? 🙂

…VIA! 😀


Questa intervista è stata supporta dalla community di Facebook  → con questo evento

48 pensieri su “[ospiti] – Il progetto sociale di Gino Marchitelli: nasce “Il Barbiere zoppo”

  1. Da Facebook, MATTEO IACOBUCCI mi ha inviato queste domande per te. Sono 2 e inizio con la prima… “Lo scrittore del 2015 è così diverso da quello delle vecchie generazioni? Al di là del modus operativo, crede che le influenze siano cambiate o che sostanzialmente siano le stesse?”

    • Grazie Matteo, non so se uno scrittore del 2015 sia diverso da uno delle vecchie generazioni, sicuramente gli strumenti di lavoro e di consultazione sono nettamente migliorati. Nel mio caso, visto che inserisco foto e link musicali, queste facilitazioni aiutano molto

      • Le influenze del mondo esterno sono inevitabilmente cambiate però rimane centrale l’elemento essenziale di uno scrittore… la fantasia e il far decollare la mente oltre gli orizzonti quotidiani che ci affliggono se si vuole scrivere… bisogna riuscire a “staccarsi”, anche per scrivere di attualità. Devi prima allontanarti dai condizionamenti di tutti i giorni e lasciarti andare alle sensazioni ed emozioni.

  2. Perdona la domanda molto schietta (non è assolutamente polemica – chiedi a Loriana notizie). Perché la scelta del crowdfunding invece che cercare un editore che ti sostenesse nel progetto? Non ha paura di rischiare in tal modo di andare a ingrassare chi specula sulla stampa, oggi la stampa digitale permette investimenti molto più bassi di quelli da te citati, possibile che non vi fosse un editore disposto a stampare rischiando di suo?

    • Io ho già due contratti con due editori differenti, quindi non avrei bisogno di cercare un editore. Uno è un micro editore la Redduck e l’altra la casa principale italiana dei giallisti La Fratelli Frilli. ho scelto il crodwfunding per questo progetto perché voglio parlare e criticare in modo massiccio l’ideologia fascista e i miei editori attuali storcevano il naso. Non voglio censure.

      • Meglio avere 100 lettori che decidono di sostenere questo libro, leggere senza filtri e fare il passa parola che censurare le notizie che darò sul regime e la jattura della dittatura nel nostro Paese

      • Confermo che la domanda è dettata dalla curiosità e non c’è nessun intento polemico, conoscendo bene la persona che te l’ha posta. Ero curiosa anche io e mi dispiaceva non avertelo domandato prima. Grazie per la risposta, che mi trova completamente d’accordo: scelta coraggiosa ma libera. E i risultati sono arrivati! 😀

  3. Sempre MATTEO IACOBUCCI, tramite facebook, ti pone la seconda domanda: “”In un paese come il nostro, privo di ottimismo, lo scrittore può, nei prossimi vent’anni, ritagliarsi uno spazio a livello lavorativo, oppure lo scrivere a tenpo pieno rimarrà sempre un’utopia?”

    • Al momento quasi nessun autore, caro Matteo, può minimamente immaginare di vivere di scrittura. L’autore è l’ultima ruota del carro, la speculazione e il consumismo editoriale prevedono di norma la pubblicazione solo di persone che abbiano un ruolo nella società già consolidato [attori, politici, sportivi ecc.] e, a parte, i 100 GRANDI AUTORI NAZIONALI che non necessitano di sponsor, per uno scrittore la strada è durissima… io, infatti, continuo a fare l’elettricista 🙂

    • Avevo in mente la storia di un reduce dalla guerra d’Abissinia, un eroe che doveva avere due caratteristiche per cambiare la sua visione del fascismo, al quale aveva aderito in buona fede, e diventare antifascista. 1) non doveva più poter partire per altre missioni militari quindi doveva essere diventato invalido ecco perché “zoppo” 2) doveva svolgere un lavoro che gli consentiva di ascoltare molta gente e in quegli anni un “barbiere” mi pareva una buona soluzione visto che è un centro di chiacchiera….

    • Ho cercato di informarmi su come funzioni il crowdfunding in italia visto che all’estero è molto utilizzato e ho scoperto che c’è qualche piattaforma nazionale affidabile a cui potersi rivolgere, ho scelto becrowdy.com di Parma perché ha già organizzato i progetti dei GANG e del cantante dei Modena City Ramblers garantendo la conformità del progetto ai “sostenitori” [che è la parte più importante, garantire chi ti sostiene] , ho scritto il progetto e l’ho sottoposto. Loro lo hanno analizzato e approvato. 🙂

  4. Non ho particolari domande da fare ma la storia proposta mi ha colpita molto. Mi riconosco in quei valori, ho letto molte storie sulla Resistenza e mi piacerebbe includere anche questa. Acquisterò il libro una volta pubblicato.

  5. CLEMENTINA BOCCELLINO, tramite facebook, fa all’Autore questa domanda: “Scelta coraggiosa: con questo nuovo progetto pensa di poter avvicinare anche le nuove generazioni, scrivendo di fatti storici davvero accaduti? Qual è il modo migliore per discutere di tali eventi del passato?”

    • Sono già impegnato e militante nell’A.N.P.I. e vedo che per attirare i giovani a ricordare e studiare cos’è successo nel nostro Paese con il disastro del fascismo occorre trovare dei metodi nuovi più vicini al loro modo di pensare e di utilizzare gli strumenti moderni di comunicazione, l’ideale sarebbe riuscire a costruire un videogioco sulla resistenza ma in Italia non c’è tanto la testa per capire che bisogna andare incontro ai giovani per aiutarli. La scuola con i nuovi programmi ha smesso di parlare di Resistenza. con questo libro, pieno di foto di vita quotidiana del ’69 e di musiche beat degli anni ’60, stuzzicando la curiosità dei 40/50/60 enni voglio tentare di far fare un salto indietro a quando noi eravamo giovani e attraverso quel “piacere” di come eravamo far riflettere su come siamo arrivati alla libertà. La scrittura sarà poi molto semplice e adatta a attirare alla riflessione attraverso il romanzo e con una serie di collegamenti storici. Non troppi per non far allontanare dal libro. Per esempio si capirà del fascismo attraverso il diario di una ragazzina e semplicemente riportando alcune leggi, e articoli di riviste d’allora che bastano per far dire “ma come era possibile andar dietro a gente che diceva quelle cose così terribili e stupide allo stesso tempo?”
      Diciamo che ci provo…

    • Siamo indietro, troppo. Questo è un pericolo per i giovani stessi e per la democrazia nel nostro Paese. Dobbiamo riprendere il filo della memoria e ritessere tutta la storia e visto che la scuola – a parte pochi insegnanti – non lo fa più dobbiamo utilizzare vari sistemi per far aprire gli occhi ai giovani e soprattutto aiutarli ad avere senso critico sulle cose. Poi decideranno loro ma devono sapere la verità sulla lotta di liberazione

  6. SOFIA DOMINO, tramite facebook mi invia questa domanda che prontamente giro all’Autore: “Innanzitutto, grazie per il tema che hai scelto di trattare. Ti auguro davvero ogni successo. Qual è stata la parte più difficile da scrivere?”

    • Credo che sia importante l’utilizzo dei social network e ancora del “passa parola” che è ancora fondamentale. Poi essere aiutati a verificare che quello che si sta scrivendo sia importante e che possa avere un riscontro in una parte di pubblico. Anche poco, non mi preoccuperei se avessi all’inizio 100 lettori invece che 10.000… ma di saper lanciare un buon messaggio letterario. Col tempo poi, piano piano e con una pazienza elefantiaca qualche risultato arriverà ;). Grazie Silvia !

  7. L’argomento trattato è importante, l’incipit è scritto molto bene e il successo ottenuto è indice di ottime capacità organizzative. Avrei fatto pure io la domanda su come attivare il crowdfunding, ma mi accorgo di essere stato preceduto. Per farti i complimenti sono ancora in tempo?

  8. A questo punto un caffettino virtuale lo voglio offrire a tutti coloro che sono passati! Vi informo che siamo quasi a chiusura di questo appuntamento, invito quindi gli interessati a postare le domande in questi ultimi dieci minuti in cui Gino Marchitelli rimarrà collegato.
    Ricordo che, qualora ci fossero post inevasi, l’autore si è impegnato a ripassare per rispondere a tutti. Alle 14.40 stacchiamo, ma voi potete passare quindi anche in serata per leggere trama, storia e progetto di questo romanzo… 😀

  9. Chiudiamo ufficialmente questo incontro del Salotto letterario, che vi ha visto partecipare in tanti sulla storia de “Il barbiere zoppo” di Gino Marchitelli.

    Ringrazio l’Autore per la disponibilità e le risposte esaurienti che ha fornito a tutti i lettori curiosi che sono intervenuti. Faccio i miei migliori auguri a Gino per quest’impresa coraggiosa e impegnativa, invitandolo a passare qui nuovamente per aggiornarci sull’andamento dell’iniziativa e dei suoi sviluppi.

    Ringrazio tutti voi, uno per uno, per la vostra presenza qui: non era scontata ma è stato bello vedervi in tanti su queste seggiole del Salotto letterario. Vi invito a ripassare per approfondire i temi del progetto editoriale de “Il barbiere zoppo” e a divulgarlo tra conoscenti e interessati affinché i sostenitori possano essere ancora di più.

    Ancora grazie a tutti, buon proseguimento di giornata e… ci sono ancora pasticcini e un po’ di caffé: invito tutti a favorirne, chi ne vuole ancora?! 😛

    un abbraccio forte – Loriana –

  10. Purtroppo non sono arrivata in tempo per partecipare al “Salotto” ma ho letto con piacere e molto interesse l’articolo, l’intervista e i commenti.
    Anche io, come molti a quanto pare, avrei fatto la domanda sulla scelta del crowdfunding piuttosto che di una CE, ma in effetti il tema è abbastanza spinoso e pensandoci è una scelta comprensibile. Comunque complimenti a Loriana per l’interessante presentazione e a Gino per l’impegno, il coraggio e il libro, che dall’incipit sembra davvero molto bello.

  11. Ho letto l’intervista tutta d’un fiato e faccio i miei complimenti all’autore per la tenacia nella realizzazione dell’opera e la scelta indipendente.
    Da prendere ad esempio!

  12. Essendo marchigiano sono orgoglioso del fatto che qualcuno racconti questa storia scomoda ( no, non sono orgoglioso della storia, ma molto felice che qualcuno la racconti) ed è sorprendete vedere che impatto a livello nazionale avuto, segno che la lotta partigiana fa ancora parte del mondo presente. Solo una domanda: lei ha avuto problemi con il crowfounding? Quali tempistiche le ha richiesto? La ringrazio in anticipo per un’eventuale risposta.

  13. Carissimi,
    mi spiace di essere giunta in ritardo, ma ho letto con interesse di questo progetto e dunque non mi resta che fare i miei complimenti all’Autore. Loriana tienimi informata dell’evoluzione del libro, come sai sono sempre in prima linea quando si tratta di libri .
    Un abbraccio ad entrambi,
    Eufemia

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